I vigneti esistevano già nel XV secolo nella località di Pujau, sul sito dell'attuale terroir di Château Haut-Bailly. Nel XVII secolo la tenuta divenne proprietà di due banchieri parigini, Firmin Le Bailly e Nicolas de Leuvarde, entrambi creditori dei precedenti proprietari. Lepremier lascerà il suo nome al castello di Haut-Bailly. Nel 1872 Alcide Bellot des Minières acquistò il terreno, su consiglio di monsignor Bonnet, arcivescovo di Bordeaux, e fece costruire l'attuale castello. In pochi anni, questo astuto imprenditore e viticoltore ha portato i vini dell'Haut-Bailly ai massimi livelli. Nel 1955 la tenuta fu acquistata dal mercante Daniel Sanders. Questa famiglia, ora rappresentata da Véronique Sanders, da allora è rimasta al timone della tenuta, sebbene sia stata rilevata dall'americano Robert Wilmers nel 1998. Sono stati fatti investimenti significativi nel vigneto, nel tino e nelle cantine. Il vigneto Haut-Bailly si basa su un magnifico terroir: un terreno sabbioso misto a ghiaia, su un sottosuolo costituito da pietre fossili. Perfettamente drenato per l'inclinazione dei pendii, il vigneto è gestito in modo tradizionale, arato alla vecchia maniera, senza ricorrere agli diserbanti. Il vigneto ha ancora viti molto vecchie, con vari vitigni, risalenti al periodo post-fillossera: cabernet franc, carmenère, merlot, malbec, petit verdot, cabernet sauvignon. Le rese sono volutamente limitate: dopo la vendemmia manuale, alcune operazioni di cernita avvengono in vigna, in cantina, poi su tavola vibrante, dopo la diraspatura delle viti. La vinificazione viene effettuata in tini separati a seconda degli appezzamenti. Al termine dell'assemblaggio, i vini vengono affinati per 18 mesi in botti di rovere di cui il 50% al 65% viene rinnovato ogni anno. La predominanza del Cabernet Sauvignon regala vini grintosi adatti a lunghissimi invecchiamenti, ma ricercati anche per la loro flessibilità ed equilibrio.